Page 4 - Padre Giuseppe Marrazzo
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Ex abundantia cordis
Padre Marrazzo è convinto di ciò che vive, ossia che
vivere è Cristo; quando parla dice la sua vita, raccon-
ta la sua esperienza; è tutto proteso a vivere Cristo,
ne sperimenta la bellezza (non solo…), per questo gli
riesce spontaneo e naturale proporre ciò che vive.
Egli è come la guida alpina; conosce il sentiero che
conduce alla vetta non per averlo studiato a tavoli-
no, ma perché lo percorre quotidianamente. Parla
sulla base dell’esperienza e non di teorie o dottrine
apprese dai libri.
A fr. Nunzio Artino che chiede un consiglio per farsi
santo il Padre risponde in questi termini: «Caro Fr.
Artino, *…+ rispondo al tuo desiderio rivoltomi giorni
fa. Sono qui davanti al Tabernacolo: “Innamorati
sempre più di Gesù” (P. Fondatore) che ho fatta mia,
e la ricordo a te. Quello che conta nella vita è
“Innamorarsi di Gesù”, amarlo e farlo amare. “Sia
che mangiamo, lavoriamo, gioiamo, sia tutto per esprimere, ogni giorno, il nostro amore a
Gesù. Chi non ama Gesù è una schifezza - è vero, è il pensiero di S. Paolo: Stimo tutte le
cose spazzatura … senza di Gesù. Il Tabernacolo sia la nostra quotidiana calamita, come lo
era per Maria che è vissuta solo per Gesù, in tutto per Gesù. La vita con Gesù *è un+ dolce
giogo, peso leggero. Senza Gesù, *la vita è un+ inferno”. Auguri: Innamorati di Gesù. Grazie
della bontà e fiducia che hai per me».
Alla richiesta del confratello - che va interpretata alla luce del filiale e fraterno/paterno
affetto esistente tra i due - il Servo di Dio risponde durante l’adorazione eucaristica indican-
do la via che egli stesso percorre da molti anni: l’amore a Gesù. In questo modo egli si mo-
stra credibile compagno di viaggio. Suggerisce di fare dell’eucaristia la calamita della vita
nel momento in cui si trova davanti al tabernacolo.
Cosa significa “essere Gesù”?
La risposta a questa domanda si trova sia nel Vangelo che nella celebrazione della Messa.
Essere Gesù significa vivere ciò che si celebra: “mangiare Cristo” e “farsi mangiare”. «Il Sa-
cerdote - scrive Padre Giuseppe - non deve dare Cristo senza dare se stesso, non deve dare
neppure se stesso senza dare Cristo ... “Non sei mio servo, ma mio amico”. L’amore sta nel
condividere la vita … Se la vita di Cristo sta nell’essere un Dio mangiato … la vita del Sacer-
dote sta (è la logica dell’amore) nell’essere un uomo mangiato ...». Esiste un’inscindibile
unione tra il sacerdote e Cristo, per cui si dona Cristo donando se stesso; non ci si dona nel-
la verità se nel dono di sé non si dona Cristo.
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