Page 5 - Padre Giuseppe Marrazzo
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Vale per ogni battezzato e ancor più vale per il
sacerdote. Si è amici di Gesù a tempo pieno.
Rivolgendosi alla mamma sacerdotale scrive:
«Ecco, Mamma mia il programma, lo scopo della
nostra vita. Aiutami a realizzarlo, perché me ne
sento assolutamente incapace, ma fiducioso nel
Signore con unico cuore. Lasciati mangiare da
Gesù, per aiutarmi a farlo anch’io. Desidero tan-
to essere Gesù, solo Gesù, tutto Gesù, sempre
Gesù per Te e per le anime che Gesù ci fa incon-
trare. Mamma mia, aiutami ad amare gli altri
con Gesù, come Lui vuole, perché mi sento tan-
to incapace, deficiente, non riesco a realizzare il
comando di Gesù: “Amatevi come Io vi ho ama-
ti”» *cf Gv 15,9-17+.
Tutto va riletto nel contesto del comandamento
nuovo. “Essere Gesù” e “lasciarsi mangiare” non
sono due programmi di vita, ma l’unico pro-
gramma che si traduce nel quotidiano “lasciarsi
mangiare”. Si tratta di una pregnante espressione che riassume il vangelo vissuto e celebra-
to nell’eucaristia. Non esiste differenza tra l’essere Gesù e lasciarsi mangiare, perché Gesù è
il Dio mangiato. Ancora una volta il SdD chiede l’aiuto della Mamma sacerdotale invitandola
a lasciarsi mangiare per amare con/come Gesù compiendo il comandamento dell’amore.
Essere Gesù lasciandosi mangiare passa attraverso piccole scelte come accogliere un invito
a cena quando si vorrebbe un po’ di silenzio e solitudine. Ecco cosa appunta trovandosi al
paese per qualche giorno di riposo. «Oggi vado a pranzo, in campagna, dalla nipote Lina.
Preferirei il silenzio e la semplicità di Carovigno, ma bisogna accontentare. Vorrei essere Ge-
sù in mezzo a loro, quindi una presenza umana e divina insieme, come faceva Gesù ac-
cettando gli inviti a pranzo».
Essere Gesù significa accogliere un invito che scombina i progetti personali. Padre Giuseppe
accetta l’invito nella consapevolezza che la nipote ha il diritto di pranzare con lo zio sacer-
dote, quindi lo vive in forza dei legami parentali, ma anche come occasione per essere Gesù;
una presenza umana e divina insieme! Essere Gesù non impoverisce, ma arricchisce l’uma-
nità del SdD. Vocazione alla santità e alla piena umanità non solo non si contraddicono, ma
sono in piena sintonia. Per diventare santi bisogna guardare all’umanità di Gesù.
A questo punto possiamo chiedere al Padre: «Tu, come desideri essere chiamato?». Coe-
rentemente con la Parola che attraversa tutta la sua esistenza, risponde: «Quando le anime
dovranno chiamarmi non dovrebbero dire più: Padre Giuseppe, ma Padre Gesù (16.3.
1974)».
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